mercoledì 15 aprile 2015

Equilibrio




Rielaborare mentalmente un preciso momento, fatto accaduto, non è mai come quando lo vivi.
Quando un evento ci coglie impreparati, attiva sensazioni incontrollate e spesso, essendo puro istinto, è anche la parte più vera di noi.
Le guance rosse, l'improvviso calore che sale, l'accelerazione del battito, la postura del corpo, il respiro e lo sguardo sono reazioni spontanee a situazioni che ricordiamo, riconosciamo.
Nel momento in cui ti siedi, e provi a rielaborare quel momento, hai già compiuto una scrematura, un raziocinio che, come dice la parola, fa un buon uso dell'intelletto e della ragione, eliminando per contro ogni reazione istintiva.
Trovare un equilibrio accettabile tra istinto e raziocinio è la cosa più ardua da fare e nel rielaborare un evento, bisognerebbe sempre tener presente che quando metti in moto il pensiero, effettui in qualche modo sempre una manipolazione della realtà.
Da un pò di tempo ho deciso di allentare consapevolmente il pensiero razionale dagli eventi, li prendo e li vivo al presente godendo esclusivamente della mia parte istintiva, che è pur sempre quella predominante.

"Cos'è il genio se non equilibrio sul bordo dell'impossibile?"

Norman Mailer

giovedì 2 aprile 2015

Dare voce al silenzio ... con la musica




Caro L, amico mio,
è un sacco di tempo che non ci vediamo, o come diresti tu: sono 3 anni, 1.095 giorni e non sono 1.094 perchè non è intercorso un anno bisestile.
Mi hanno detto che sei cresciuto e superi in altezza la mamma, che a scuola vai bene e che preferisci la matematica, le scienze e la musica. 
La musica, quella si che era la "lingua internazionale", la chiave con la quale aprire la porta verso di te, il tuo mondo altrimenti silenzioso.
Ricordi, cantavo una canzone ed il tuo viso si illuminava, il tuoi occhi celesti entravano in contatto con i miei, sprigionavi una gioia incredibile, contagiosa.
Mi chiedevi di cantare, ancora, e ancora, di tanto in tanto mi arrestavo e tu prontamente sussurravi la parola successiva. 
Sapevi alla perfezione tantissimi testi e contare fino a 100 già a 3 anni. Un portento!
In tutti gli altri momenti i tuoi occhi guardavano altrove, il silenzio che ti avvolgeva era assoluto e impenetrabile fino a volte esplodere in un tormento tangibile, in grida. 
Allora ci era oscura la ragione di una tale reazione, nemmeno la tua mamma, abituata a leggere i tuoi pianti sin dalla nascita riusciva a capire. Per anni chiuso dentro un'involucro, un bozzolo dentro il quale costruivi i tuoi tasselli.
Per entrare in contatto con te c'era solo la musica ed il ripetere costante di frasi e azioni. 
Abbiamo imparato così a crescere insieme L, in maniera originale ed intensa, combattendo battaglie durissime contro quella società cieca e sorda.
Abbiamo scoperto un mondo colorato di tutti i colori dell'arcobaleno, così com'è ovunque, solo collocati secondo il tuo ordine e a saperci guardare dentro, OH CHE MONDO!!!
Ho conosciuto te L, un bambino biondo con gli occhi azzurri che ama la musica, un bambino originale, un bambino autistico.
Ciao L ti chiamo domenica, che è tra due giorni!



martedì 31 marzo 2015

Uno sbadiglio, un ricordo ...



Sarà la primavera, il cambio di orario, l'arrivo di Aprile dolce dormire... 
Fatto sta che da qualche giorno mi sveglio la mattina e l'istinto mi farebbe cambiare fianco e dormire nuovamente.
Con fatica mi preparo e vado al lavoro, il secondo caffè della giornata ed ecco che la situazione va via via peggiorando. 
Sulla sedia ho una postura scomposta, come quella di chi ha la necessità di appoggiare sempre più cm del proprio corpo su di una superficie, posizione che non modifica nemmeno al passaggio di qualcuno. 
A pranzo ci arrivo arrancando e dopo un pasto se possibile leggero, la situazione peggiora davanti al monitor che tutto fa apparire, tranne quello a cui sto lavorando. 
Osservo distrattamente il volto dei colleghi e l'espressione sul loro volto tradisce che anche per loro o la primavera o il pranzo sta procurando lo stesso effetto.
Così, con l'occhio che a stento rimane aperto, raggiungo ricordi lontani, di me a scuola, dopo la ricreazione in giardino, con ancora l'odore della polvere sui vestiti, seduta al banco nelle fila dietro, l'astuccio aperto di lato e la maestra di italiano che ci invita a coricare la testa sulle braccia incrociate mentre ci racconta una storia. 
Osservare il fiato caldo formare un alone sulla formica verde acqua del banco, il quale mi restituiva quell'odore di legno misto disinfettante e polvere. 
Sentire lo scandire del battito del cuore sulle mani, ascoltare la voce lenta della maestra che mi rapiva e portava in luoghi lontani e fantastici, luoghi da sogno. 
Ecco, adesso qui, davanti a questa pagina che poco a poco prende forma, pagherei oro per poter rivivere quel momento.
Il tavolo non è lo stesso ovviamente, ma credo di poter sentire lo stesso odore di allora . 
Peccato solo la voce stridula della collega che parla al telefono, di quella dei colleghi che si accavalla, peccato non essere nelle fila dietro, non avere la maestra che ci invita a prendere posizione per leggerci una storia, l'essere al lavoro e non a scuola, che mi pagano per lavorare e non per dormire, non avere più sei anni ... per il resto ... per il resto mi aggrappo al ricordo. 

giovedì 26 marzo 2015

Dire, Fare, Baciare, Lettera, Testamento ... Prima puntata




Ero qui che guardavo fuori dalla finestra in questa giornata uggiosa e pensavo ad un preciso momento.
Quando mio Padre morì, così all'improvviso, dopo lo squarcio nel cuore e nell'anima mi ritrovai a fare i conti con le cose pratiche da sbrigare e con quella sensazione fastidiosa del non sapere cosa avrebbe voluto lui, mio grande punto di riferimento.
Si perchè alla perdita di una persona non si è mai pronti e la maggior parte del tempo che trascorri in loro presenza non è che ti metti a parlare di queste cose.
Non so quale sia il filo conduttore che mi ha portato a pensare al gioco che si faceva da bambini, per scontare qualche penitenza o semplicemente per dare un colore diverso alle giornate, oppure si ma non è poi così fondamentale.
Ed ecco che mi ritrovo a scrivere questo post snocciolando le sensazioni avvertite al momento e rispondendo così ad ognuna delle "penitenze" ...

  • DIRE: Vorrei dire alle persone che non ci sono più che il vuoto lasciato dalla loro assenza è sconfinato. A quelle che non fanno più parte della mia vita, che nonostante le nostre strade si siano separate, sono in ogni modo contenta del percorso fatto insieme, ed ognuna di loro, nel bene e nel male ha contribuito a formare la persona che sono oggi.
  • FARE: Vorrei fare una lista di buoni propositi relativamente facili da poter poi raggiungere per dimostrare a me stessa che l'inconcludenza non fa più parte di me, tipo imparare a suonare uno strumento musicale, uscire più spesso a camminare, pensare almeno a giorni alternati "ok lo farò domani" ...
  • BACIARE: Vorrei baciare tutte le persone che mi hanno fatto del male, consapevolmente o meno, per dire loro che il perdono è una delle cose più difficili da concedere ma che, se ci riesci,  libera l'anima come poche cose sono in grado di fare.
  • LETTERA: Vorrei scrivere a tutte le persone a cui voglio bene, con carta e penna, una lettera in cui le ringrazio per quanto sono in grado di darmi, perchè ne rimanga traccia, nero su bianco, e perchè non si ringrazia mai abbastanza. Inoltre vorrei scrivere a tutte le persone che soffrono, in una maniera o nell'altra, parole di speranza e affetto, perchè si sentano un pò meno sole, perchè possano allontanare almeno per un attimo le loro paure.
  • TESTAMENTO: Il mio testamento non è rivolto ad una persona soltanto, ma a tutti. Abbiate cura della terra, dei mari e della natura tutta, essendo una delle cose più preziose che possediamo, dobbiamo davvero diffondere questa attenzione in maniera globale. Non siate egoisti ed egocentrici, non mi aspetto che facciate opere di bene eclatanti, se già la persona che vi siede a fianco potesse non passare inosservata ai vostri occhi sarebbe già una bella conquista. 


mercoledì 25 marzo 2015

Un pozzo senza fine





Ci sono persone che se le guardi dentro non finiscono mai.
Superata la “porta” iniziale, quella che tengono socchiusa quanto basta per poter dare una rapida sbirciatina, ne trovi sempre un’altra, e un’altra ancora.
Ci sono persone che conservano il loro infinito sempre dietro un’altra porta, e non importa quanto tu sia bravo a superare quelle soglie, sospinto dall’intuito e dalla curiosità, loro avranno un mazzo di chiavi sempre nuovo per spingere sempre oltre la loro identità.
Sono persone che scopri ogni giorno con meraviglia, chiedendoti cosa saranno in grado di riservarti quel giorno.
In un labirinto sempre mutevole, sanno sempre depistare la tua attenzione, indicandoti vie sconosciute. 
Buchi neri in cui ti perdi, se vuoi tentare di scoprirli e in cui ritrovi sempre un po’ te stesso.
Le persone che custodiscono un pozzo senza fine sono quelle che preferisco. 

"Quando  le porte della percezione si apriranno, 
tutte le cose appariranno come realmente sono: infinite"
William Blake


venerdì 20 marzo 2015

Un amore animato



Questa mattina la natura ci ha offerto la visione dell'eclissi di sole, evento magnifico. 
La sensazione che ho provato è ovviamente quella data dall'illusione ottica che questi due pianeti, che normalmente cedono il passo l'uno all'altro e non si incontrano mai, si siano toccati. 
Osservare l'incontro furtivo tra sole e luna è evento raro, ed è stato incredibile percepire la presenza della luna solo durante il loro "contatto". 
Naturalmente è stata una magia visibile solo attraverso filtri speciali, come due Amanti hanno voluto preservare con forza la loro enfasi. 
Per un lasso di tempo sono coesistiti, hanno danzato insieme in vortici e incanto, mutando forma e colore  in rapporto d'amore, in illusione poi svanita nel nulla. 

Arrivederci sole ...
Arrivederci luna ...


" Senza illusioni non ci sarà quasi mai grandezza di pensieri, 
nè forza,
 impeto e ardore d'animo,
nè grandi azioni che per lo più sono pazzie"

Giacomo Leopardi






mercoledì 18 marzo 2015

Qualcosa di noi




Ognuno di noi durante la propria esistenza semina qualcosa di se. 
E’ una riflessione che facevo questa mattina solcando l’accesso al giardino che mi conduce al lavoro e che ad ogni stagione cambia volto.
In questo spazio, stanno sbocciando i fiori coltivati dalla signora del piano di sopra, venuta a mancare da un po’ di tempo. 
C’è la piccola siepe piantata da me, un orgoglio per il mio pollice non propriamente verde. 
Ci sono le rose del mio adorato papà, anche lui mancato da tempo.
Fiori, rose e siepe assumono il significato di presenza, non sempre consapevole, in un tempo passato o recente ma pur sempre attuale, presente.
Nel rapporto con l’altro ci nutriamo di quello che riceviamo ma troppo spesso non abbiamo percezione di ciò che lasciamo noi.
Che sia un giardino, un figlio, parole che ritornano alla mente di chi le ha ascoltate, tutto rappresenta una continua semina che è il nostro passaggio in questa vita, raccolti di infinito.
E’ incredibilmente dolce e confortante  questa presa di coscienza del nostro esserci. 
Per un giardino, per le persone, a volte per l’umanità, il solo fatto di esserci stati rappresenta una sorta di continuità.
Un giardino che si risveglia, oggi rappresenta per me l’eternità.


"Ricordati che sei nato a sorte mortale ed a finito tempo di vita: 
ma con i tuoi ragionamenti sulla natura sei sorto all'infinità ed all'eternità, e hai contemplato
tutte le cose che sono ora e che saranno o che furono nel tempo trascorso"

Epicuro