Sarà la primavera, il cambio di orario, l'arrivo di Aprile dolce dormire...
Fatto sta che da qualche giorno mi sveglio la mattina e l'istinto mi farebbe cambiare fianco e dormire nuovamente.
Con fatica mi preparo e vado al lavoro, il secondo caffè della giornata ed ecco che la situazione va via via peggiorando.
Sulla sedia ho una postura scomposta, come quella di chi ha la necessità di appoggiare sempre più cm del proprio corpo su di una superficie, posizione che non modifica nemmeno al passaggio di qualcuno.
A pranzo ci arrivo arrancando e dopo un pasto se possibile leggero, la situazione peggiora davanti al monitor che tutto fa apparire, tranne quello a cui sto lavorando.
Osservo distrattamente il volto dei colleghi e l'espressione sul loro volto tradisce che anche per loro o la primavera o il pranzo sta procurando lo stesso effetto.
Così, con l'occhio che a stento rimane aperto, raggiungo ricordi lontani, di me a scuola, dopo la ricreazione in giardino, con ancora l'odore della polvere sui vestiti, seduta al banco nelle fila dietro, l'astuccio aperto di lato e la maestra di italiano che ci invita a coricare la testa sulle braccia incrociate mentre ci racconta una storia.
Osservare il fiato caldo formare un alone sulla formica verde acqua del banco, il quale mi restituiva quell'odore di legno misto disinfettante e polvere.
Sentire lo scandire del battito del cuore sulle mani, ascoltare la voce lenta della maestra che mi rapiva e portava in luoghi lontani e fantastici, luoghi da sogno.
Ecco, adesso qui, davanti a questa pagina che poco a poco prende forma, pagherei oro per poter rivivere quel momento.
Il tavolo non è lo stesso ovviamente, ma credo di poter sentire lo stesso odore di allora .
Peccato solo la voce stridula della collega che parla al telefono, di quella dei colleghi che si accavalla, peccato non essere nelle fila dietro, non avere la maestra che ci invita a prendere posizione per leggerci una storia, l'essere al lavoro e non a scuola, che mi pagano per lavorare e non per dormire, non avere più sei anni ... per il resto ... per il resto mi aggrappo al ricordo.